Vorrei che la politica si applicasse per creare nuove professioni e favorire nuove modalità di lavoro, flessibili e magari anche a distanza, che permettano non solo di aumentare il piacere e la produttività di chi lavora (studi ed esperienze dicono del 30%), ma anche di attenuare alcuni problemi collaterali. Daremmo ossigeno all’economia, opportunità ai giovani (e alle giovani coppie) e, pensa un po’, diminuiremmo anche il traffico lavorativo, che rappresenta il 25% degli spostamenti complessivi, ti fa perdere in media 40 minuti al giorno ed è sempre più considerato fra le cause di stress e perfino di divorzio (oltre che naturalmente di inquinamento). Per fare questo occorre però favorire il telelavoro (nel pubblico e nel privato), garantire internet (veloce) fino all’ultimo Paese dentro una valle, creare aree di wi-fi gratuito e, perché no, degli spazi di co-working. Uno dei miei obiettivi politici è un Ticino connesso con persone che lavorano dialogando tra di loro e con il mondo.