Per chi vuole e chi deve imparare…Le pacche sulle spalle non bastano!
Nicola Pini, presidente Giovani liberali radicali ticinesi
(Pubblicato in Corriere del Ticino, 9.6.2010)
I Giovani liberali radicali ticinesi hanno recentemente lanciato due raccolte di firme per altrettante proposte concrete a favore dei giovani: da una parte la realizzazione in Ticino di una struttura moderna e multifunzionale per giovani minorenni che delinquono; dall’altra l’adesione del Cantone al Concordato sulle borse di studio con il relativo consolidamento e perfezionamento del sistema di democratizzazione degli studi. Due proposte apparentemente opposte, ma unite dal fatto che i GLR – spinti da quel sano e ambizioso idealismo che deve contraddistinguere i giovani che si interessano alla cosa pubblica – intendono proporre un approccio globale alla politica giovanile; un approccio che si occupi globalmente di tutta la gioventù: sia di quella sana, laboriosa e dinamica formata da giovani che vogliono pedalare, tagliando pianure e scalando montagne; sia di quella più problematica – fortunatamente minore ma che non può essere abbandonata a sé stessa – composta da giovani che, invece, hanno forato o sono finiti fuori strada. Due categorie di persone certo diverse, alle quali però non si può negare un’opportunità per costruire o ricostruire il proprio futuro e per le quali Le pacche sulle spalle non bastano: non bastano per recuperare chi ha commesso un grave reato, non bastano per aiutare chi vuole studiare ma non possiede i mezzi finanziari per farlo. Per questi giovani – due facce della stessa medaglia, quella della nostra gioventù – servono strumenti concreti, tangibili ed efficaci: servono biciclette adeguate, come quelle proposte dagli (apprendisti) meccanici del movimento giovanile del PLR.
In Ticino mancano strutture per giovani problematici e il centro di contenimento sul tavolo del Consiglio di Stato è necessario ma non sufficiente: l’esempio degli altri cantoni – vale a dire l’esperienza più che positiva delle strutture multifunzionali a Ginevra e in Vallese, rispettivamente quella meno positiva a Friborgo, dove il solo centro di contenimento, a dire del Consiglio di Stato friborghese, risolve solo parzialmente il problema – mostra che la via giusta è quella di un centro multifunzionale, comprendente dunque anche una parte dedicata alla detenzione preventiva e all’esecuzione di pene e misure. Occorre pertanto acquistare una bicicletta e occorre prestare particolare attenzione alla completezza e all’efficacia del mezzo: sarebbe un peccato accorgersi fra qualche anno che, senza i pedali, è difficile viaggiare.
Allo stesso modo, il sistema delle borse di studio in Ticino è certo valido e necessario, ma può essere perfezionato: l’adesione all’accordo intercantonale non solo adeguerebbe l’assegno massimo al fabbisogno medio annuo di uno studente (gli attuali 13’000 CHF non bastano infatti a coprire i costi reali, stimati tra i 15 e i 18’000 CHF), ma renderebbe – con il passaggio del sistema di calcolo dal reddito imponibile a quello disponibile – la distribuzione delle borse di studio più corretta ed equa, consolidando così la democratizzazione degli studi che ha fatto – e ancora sta facendo – il benessere del nostro Paese.
Due proposte concrete che, se attuate e inserite in un’ottica di approccio globale, potrebbero costituire utili pezzi – oggi mancanti – grazie ai quali avvicinarsi all’ambita risoluzione di quel complesso puzzle che è la politica giovanile. I GLR ci provano, ma anche per loro…le pacche sulle spalle non bastano…servono firme!