Perché sostenere l’iniziativa…
Nicola Pini, membro comitato direttivo GLRS
(discorso pronunciato davanti al Comitato Cantonale del PLRT il 4.09.2008)
Caro Presidente, Onorevoli Consiglieri di Stato, Care Amiche, Cari Amici liberali radicali,
sono qui questa sera per presentarvi l’iniziativa per l’abolizione del diritto di ricorso delle associazioni ambientaliste, in votazione il prossimo 30 novembre. Si tratta di un’iniziativa liberale radicale che ha l’appoggio di molte associazioni economiche, del PLRS (che l’ha approvata a larga maggioranza durante l’ultima assemblea dei delegati), di tutte le sezioni cantonali che si sono espresse finora (anche le più scettiche inizialmente), delle Donne liberali radicali svizzere e dei Giovani Liberali Radicali Svizzeri, che ho l’onore di rappresentare in questa sede).
In breve, l’iniziativa chiede di sopprimere il diritto di ricorso – accordato finora in via eccezionale – a trenta organizzazioni private su dei progetti che hanno ottenuto una legittimità democratica, dunque che sono stati accettati tramite una votazione popolare o una decisione parlamentare. Solo in questi due casi, il diritto di ricorso non sarà più possibile – mentre rimarrà ammissibile per quanto riguarda le decisioni prese da un esecutivo o da un’amministrazione. Si tratta dunque di limitare, e non sopprimere totalmente, limitare il diritto di ricorso quando la decisione è stata presa democraticamente. Lo scopo principale dell’iniziativa è chiaro: l’equilibrio. Il fine è quello di pesare, equilibrare, amalgamare l’economia e l’ambiente, così come la volontà popolare e il diritto di veto di alcune associazioni private.
Perché, dunque, sostenere l’iniziativa?
- Per una ragione prettamente strategica, di coerenza partitica e di coerenza progettuale: è un’iniziativa liberale radicale che cerca di conciliare l’ambiente e l’economia. È vero che in TICINO il dibattito è sfumato rispetto alla svizzera romanda e alla svizzera tedesca, in quanto non abbiamo avuto casi eclatanti, ma si tratta di mostrare solidarietà verso le altre regioni svizzere che si sono viste bloccare investimenti per 25-30 miliardi di franchi (con relativi posti di lavoro); si tratta di mostrare lungimiranza: evitiamo di vederci ritardare progetti importanti.
- Per rinforzare la nostra economia, favorendo gli investimenti attraverso una stabilità giuridica maggiore. Si tratta di permettere la realizzazione di importanti progetti – aventi legittimità popolare – e con ripercussioni positive sui posti di lavoro, sull’indotto economico e sulle finanze pubbliche. In breve, più investimenti, più posti di lavoro, maggiore crescita economica
- Per rinforzare la democrazia: come espresso più volte dal presidente nazionale Fulvio Pelli (che sostiene – vigorosamente – l’iniziativa) bisogna dialogare, NON ricorrere in tribunale à queste organizzazioni sono infatti integrate nelle decisioni democratiche: prima delle votazioni popolari possono fare campagna, possono (anzi, devono) lanciare un dibattito pubblico, mentre nell’iter parlamentare possono esprimersi durante la consultazione e tramite i parlamentari; possono lanciare un’iniziativa o un referendum. Non si tratta di mettere loro la museruola, ma piuttosto di adattarle al sistema politico svizzero, basato su una ricerca del consenso anteriore alla decisione, e non su ricorsi posteriori alla decisione. SI al dialogo, NO al ricorso sistematico ai tribunali!
- Perché il diritto di ricorso ha perso la sua ragion d’essere: se l’introduzione negli anni ‘60 di un diritto d’eccezione in materia ambientale era necessaria, ed è stata portata avanti dai liberali radicali in quanto la situazione lo richiedeva, ora, nel 2008, non solo l’amministrazione, i parlamenti e la popolazione sono molto più sensibili alle questione ambientali, ma la protezione dell’ambiente è, giustamente, al centro delle preoccupazioni dello Stato (lo dice la Costituzione). Il diritto ambientale è sufficientemente dettagliato e completo e, a differenza degli anni ’60, l’amministrazione ha tutti gli strumenti necessari per applicarlo correttamente. Sono le autorità (l’amministrazione, l’Ufficio federale dell’Ambiente, i rispettivi uffici cantonali) che si devono occupare del rispetto del diritto ambientale e, più in generale, della tutela dell’ambiente, non delle associazioni private senza alcuna legittimità democratica e rappresentativa.
- Per evitare gli abusi, che oggettivamente esistono (lo ha riconosciuto il parlamento): spesso alcune associazioni fanno un utilizzo sistematico e soprattutto fortemente ideologico ed estremista del diritto di ricorso, strumentalizzando la protezione dell’ambiente per raggiungere altri scopi. Spesso non è utilizzato quale garanzia del diritto ambientale, ma piuttosto come uno strumento di ricatto per imporre una visione politica estremista e degli accorgimenti magari illegali; a volte, paradossalmente, per danneggiare l’ambiente, per esempio ritardando di 10 anni la crazione dei parchi eolici svizzeri!
Un punto fondamentale da chiarire è che questa iniziativa NON è contro l’ambiente: un giovane di 23 anni, quale sono, non potrebbe mai essere contro l’ambiente. Io sono a favore dell’ambiente (abbiamo bisogno della natura); ma sono altresì convinto che in alcun modo questa iniziativa va contro l’ambiente, ma va contro una procedura iniqua.Questa iniziativa vuole esclusivamente normalizzare una procedura anomala; eliminando un diritto di ricorso che ha perso la sua ragion d’essere, un diritto di ricorso che imbavaglia la democrazia e la crescita economica.
Questa iniziativa intende conciliare, equilibrare, ambiente e crescita economica, vale a dire due dei tre temi fondamentali del PLRT, decisi lo scorso comitato cantonale. È questo il nostro dovere: la sostenibilità; una sostenibilità che nasce, che scaturisce, da una ponderazione razionale di questi due elementi. La protezione dell’ambiente è necessaria, siamo d’accordo, ma non è sufficiente: è questo il concetto di sviluppo sostenibile. Somma, non divisione. Visione globale, non parziale. Grazie per l’attenzione.